Dionysis Saraji vince il Premio della Grafica/ Illustrazione Art Up 2025, Opentour
- Labs Gallery
- 28 giu
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leri sera, nell'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, sono stati proclamati le vincitrici e i vincitori del Premio Art Up, il riconoscimento ideato da Fondazione Zucchelli nell'ambito di Opentour, e realizzato con il sostegno economico di Fondazione Carisbo, Banca di Bologna, Collezione Falconi Leidi e Fondazione Lucio Saffaro - ha coinvolto quest'anno 115 proposte artistiche con l'adesione di 26 tra gallerie e spazi espositivi della città.
La giuria di Art Up, presieduta da Lorenzo Balbi, Direttore Artistico del MAMbo - Museo di Arte Moderna di Bologna, presidente di AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e curatore, e composta da Davide Ferri, Direttore Artistico di Arte Fiera 2026, critico e curatore, e dalla collezionista Claudia Consolandi, presidente di ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana ha vagliato le opere di arte contemporanea in concorso per assegnare cinque distinti riconoscimenti.
L'opera che si è aggiudicata il Premio della Grafica/ Illustrazione, finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, è "Bestiario" di Dionysis Saraji (esposta presso Casa Saraceni, Bologna).
Dionysis Saraji (n. 2001, Venezia, Italia) è un artista visivo di origini iraniane e greche. Le sue figure ibride e vibranti attingono alle tradizioni decorative persiane (osservate attraverso i ricordi paterni e i simboli tradizionali di miniature e tappeti) e al mito greco. Lavorando tra scultura ceramica, disegno e tessile l’artista esplora la fluidità del corpo e la linea sottile che separa realtà e finzione. Questi temi vengono rielaborati in chiave giocosa, dipinti con colori accesi e linee aggrovigliate, dove il corpo si trasforma continuamente nel passaggio tra scultura e disegno.
In “Bestiario” , le creature mitopoietiche di Saraji abitano una zona festosamente ambigua tra innocenza e sovversione, apparendo nel pieno del loro divenire. L’artista propone così un'ontologia queer del gioco, della celebrazione e della metamorfosi. La sua è una poetica della gioia e, al tempo stesso, una politica della trasformazione. Colori vividi e forme rielaborate da culture diverse convergono per ridisegnare una nuova mappa — una in cui il micro (la storia personale dell’artista e la sua esperienza di transizione di genere) si intreccia con il macro: le realtà globali della migrazione, la lotta per l’autodeterminazione e la ricerca identitaria all’interno dell’esperienza diasporica.
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